03.La presenza oscura

Jennifer si svegliò in una stanza che non conosceva.

Era scura e fredda, e l’unica fonte di luce era una candela tremolante che giaceva su un tavolo di legno.

Si guardò intorno, confusa e spaventata, cercando di capire dove si trovava e come ci fosse arrivata.

Poi, si accorse che c’era qualcuno nella stanza con lei.

Un’ombra alta e nera, che si muoveva silenziosamente tra le ombre, osservandola con occhi vuoti e senza vita.

Jennifer cercò di urlare, ma la sua voce non uscì.

Era come se l’ombra avesse preso il controllo della sua mente e del suo corpo, imprigionandola in un mondo di terrore e di oscurità.

Poi, l’ombra si avvicinò a Jennifer, e lei sentì il suo respiro freddo e fetido sulla sua pelle.

Era come se volesse possederla, come se volesse portarla nell’aldilà, nel regno dei morti e dei dannati.

Jennifer cercò di fuggire, ma l’ombra era troppo veloce per lei.

La afferrò per i capelli, trascinandola verso il suo destino oscuro e terribile.

Ma poi, un raggio di luce brillò nella stanza, rompendo l’incantesimo oscuro dell’ombra.

Era un amico di Jennifer, che aveva capito dove si trovava e aveva deciso di salvarla.

L’ombra si ritirò lentamente, scomparendo tra le ombre.

Ma Jennifer sapeva che non era finita, che l’ombra sarebbe tornata per prenderla, per portarla nel suo regno di terrore e di morte.

Da quel momento in poi, Jennifer sapeva che avrebbe dovuto combattere l’ombra, che avrebbe dovuto difendersi da essa e dalla sua presenza oscura.

Ma non sapeva ancora come, o dove, o quando sarebbe successo.

E questo la terrorizzava, perché sapeva che l’ombra era sempre lì, in attesa del momento giusto per attaccare di nuovo.

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