“Un uomo poteva dire o fare ciò che voleva, ma una cosa non poteva fare, cioè fuggire dalla propria natura.”
La Terra è invivibile, l’inquinamento ha raggiunto livelli altissimi, tanto che il cielo non è più azzurro, ma giallognolo, e l’aria è orarmai irrespirabile. In questa realtà futura incontriamo il maggiore Smith, un militare pluridecorato, che dopo vent’anni di glorioso servizio viene congedato dall’esercito; il ritorno alla vita normale risulta per lui difficoltosa, fino a quando per puro caso non viene attirato da una pubblicità in tv, che sponsorizza la possibilità di iniziare una nuova vita su un altro pianeta, Trappist Terzo, inviando una semplice candidatura.
La decisione del maggiore di candidarsi è l’input che porterà il lettore nel mondo fantascientifico di “Trappist Terzo” (0111 Edizioni, 2019, pp. 158, euro 15) di Michele Scalini. Una scrittura fluida per una trama avvincente, una lettura tutta d’un fiato che pone l’attenzione su un ipotetico futuro in cui gli esseri umani possono viaggiare nello spazio e nel tempo e fuggire da una realtà oramai contaminata fino all’osso e priva di stimoli. Trappist Terzo è l’ancora di salvezza per tutte quelle persone che sulla Terra non hanno più nulla a trattenerle: gli esperti hanno appurato che il nuovo pianeta è disabitato e perfetto per l’insediamento umano. Sarà proprio lil maggiore Smith a mettere piede per primo sul pianeta e a dare il via libera agli altri coloni, ma non tutto filerà liscio. Trappist Terzo rivelerà la presenza di creature alquanto singolari e pericolose e la nuova vita che Smith e tutti gli altri umani desiderano sarà messa a dura prova.
Senza voler rivelare troppo, “Trappist Terzo” offre una breve e appassionante storia che si rivela a poco a poco creando nel lettore sempre più curiosità; i pensieri del maggiore Smith portano alla luce delle questioni interessanti, in cui tempismo e flessibilità sono elementi che possono fare la differenza nella sottile linea di separazione tra successo e fallimento. Michele Scalini sa coinvolgere nella semplicità, ponendo l’animo umano (e alieno) davanti a tutto.